Nel bosco di Bistorco

Sotto qualunque cielo e in ogni parte del mondo, ogni volta che gli esseri umani si sono trovati a doversi confrontare con situazioni difficili hanno fatto ricorso alla loro creatività, scoprendo in loro stessi talenti fino a quel momento sopiti e dunque inaspettati. La creatività si è rivelata come una potente risorsa vitale.

Sensibili alle foglie

La nostra storia

Questo “Archivio di scritture, scrizioni e arte ir-ritata” ha preso il nome Nel bosco di Bistorco dal libro che gli ha dato vita. Nelle bandelle della prima edizione (1990) era infatti pubblicato un appello ai lettori, che si può considerare l’atto fondativo di questa raccolta di materiali ed esperienze artistiche eccedenti le norme dell’arte omologata .

Il patrimonio espositivo della Casa dell’arte ir-ritata “Nel bosco di Bistorco” è attualmente di circa un migliaio di opere, divise in due grandi sezioni: le istituzioni totali e il malessere della normalità. Presentiamo qui una piccola parte di questi materiali, suddivisi per istituzione di riferimento.

Appello

Caro lettore, 

L’attraversamento del bosco di Bistorco per noi non è ancora finito. E, in un certo senso, non sarà mai finito. Altre sorprese ci attendono, altri incontri, altre esperienze. Così pure, crediamo, anche tu, a tuo modo, stai calpestando qualche sentiero dello stesso bosco. E lo crediamo perché l’esperienza della reclusione non inizia né finisce sulla soglia di un carcere, di un manicomio o di una qualche altra istituzione totale. Non concerne solo gli internati. 

C’è una reclusione meno evidente, più sottile: quella che lega bambini, donne e uomini di ogni etnia, età, condizione sociale a quei “giochi” della vita quotidiana che, contro la loro stessa volontà, sono costretti a giocare. C’è quel ”dover stare al gioco” che rende per ciò stesso, assai spesso, il gioco della vita penosamente impossibile. 

Ecco, nella metropoli sempre più differenziata, nel sovraccarico delle omologazioni, c’è questa difficoltà a vivere il presente, questa difficoltà antropologica diffusa, che mette un po’ tutti davanti al dilemma: soccombere o accettare la sfida? La sfida dell’irritazione, della divergenza, del mutamento. 

Diciamo allora che noi guardiamo le mille ir/ritazioni – i mille conflitti con la ragnatela di relazioni ritualizzate che operano coattivamente, le sofferenze generate dalla difficoltà a vivere nella trappola di quella ragnatela – come fossero linguaggi di rottura, stati modificati del corpo, transe curative. 

È nostra convinzione, infatti, che gli stati modificati del corpo, gli stati personali e collettivi di transe fluida, svolgano in pratica una funzione curativa e, in potenza, una funzione creativa. Aprano, cioè, alla ricerca personalizzata di dimensioni Altre della vita relazionale – Altre, irrecluse, discontinue. 

Scrivendo “Nel bosco di Bistorco” abbiamo inteso dare di ciò una qualche diretta testimonianza. 

Se questo è lo scenario, ecco i nostri scopi:  promuovere nuove occasioni di incontro con tutti i linguaggi ir/ritati degli stati modificati; predisporre adeguati strumenti di studio e di ricerca; favorire la diffusione di ogni linguaggio che possa in qualche modo arricchire un pensiero creativo e divergente. A tal fine abbiamo dato vita a un archivio di ricerca informatizzato. Con questa banca dati ci proponiamo di raccogliere tutte quelle scrizioni, scritture, disegni, registrazioni, sogni,  poesie ed altre testimonianze di torsioni reclusive ed esperienze di stati modificati, che già da più parti ci vengono inviate. Vorremmo raccogliere questo materiale prezioso e negletto dalla società omologata per consentirne una valorizzazione culturale estranea al linguaggio psichiatrico e ad ogni altro discorso di squalifica. 

Naturalmente, caro lettore, quanto sopra scritto è in primo luogo un invito che ti rivolgiamo a farci dono di qualche tua esperienza personale o di qualche segnalazione per il nostro archivio. 

Gli Autori

Le attività dell’archivio